Progetto fermo (per ora)


Penso si sia già intuito dalla situazione, in ogni caso questo articolo serve a chiarire come mai il progetto Itis Linux si è fermato. Personalmente penso che comunicare chiaramente le cose sia il comportamento più corretto verso tutti, utenti e non.

In sostanza ci sono state diverse situazioni che si sono accumulate e che hanno portato a vari problemi. Fino a che le cose rimarrano così, Itis Linux non riprenderà. Ma ovviamente, nel caso in cui cambiassero, siamo sempre pronti a ripartire da dove abbiamo messo in pausa. ;)

  • Interesse pressoché nullo: abbiamo riscontrato che, al di là di pochi affezionati utenti e del prezioso supporto di LinuxLAB, a ben pochi interessano i vantaggi di Itis Linux nel contesto pubblico/scolastico/didattico. Non è quindi solo un problema della nostra distribuzione, ma di Linux in generale: non interessa ai presidi, non interessa agli insegnanti, e nemmeno agli studenti. Sembra brutto da dire o catastrofista, ma la maggior parte di queste persone si trova benissimo a usare software proprietario acquistato con soldi pubblici (che anche in tempi di crisi, per comprare Windows non mancano mai...) oppure scaricato illegalmente dalla rete, perché manca la cultura della legalità.
  • Scarsa collaborazione al processo di sviluppo: le segnalazioni di software o suggerimenti che ci sono pervenute sono mediamente meno di 10 all'anno, le proposte di collaborazione da parte di persone interessate alla distribuzione sono state zero. Questo in parte riflette il punto di cui sopra, in parte fa capire che la totalità dei pochi interessati a Itis Linux è purtroppo tutta "utenza", cioè persone che usano Itis Linux (e ci fa piacere, per carità!) ma che non hanno gli strumenti o la voglia per dare qualcosa in cambio, che si tratti di un suggerimento oppure di una collaborazione nell'attività di sviluppo, che poi in gran parte si tratta di "reinscatolare" una derivata di Ubuntu.
  • Poche richieste di aggiornamento: sareste sorpresi dallo scoprire quante poche persone ci hanno domandato di continuare!
  • Parziale mancanza di tempo: sia io che Stefano, avendo finito le superiori, abbiamo tendenzialmente meno tempo libero. Questo non significa necessariamente che non possiamo proseguire con lo sviluppo, anzi probabilmente possiamo riuscire a fare una nuova versione di Itis Linux, tuttavia dovete tenere in considerazione che i punti esposti sopra fanno veramente "passar la voglia". Creare qualcosa di estremamente utile per le nostre scuole e disponibile in modo completamente gratuito, per poi riscontrare uno scarso interesse e diverse critiche che ci sono giunte da più parti, non è simpatico... diciamo così.

In conclusione, posso dire con ragionevole certezza che la situazione attuale in italia è grave: c'è crisi ma i soldi buttati sono all'ordine del giorno, e  dire che basterebbe usare il software libero per risparmiare 675 milioni ogni anno (sì, l'articolo contiene alcune imprecisioni come era assai prevedibile, ma in generale il senso si capisce). La mancanza di cultura open source e soprattutto di cultura della legalità è una cose che sicuramente non possono risolvere due semplici ragazzi da soli, c'è bisogno di un movimento molto più ampio di voci e azioni concrete.

Tuttavia, quello che ci preme molto è capire se ci sono o no persone che vogliono mettersi in gioco e condividere con noi il nostro obiettivo: creare un sistema live installabile basato su Ubuntu che sia già "arricchito" e configurato nei minimi dettagli per essere pronto all'uso da parte di ogni studente degli istituti tecnici e non solo. Non serve essere sviluppatori di software, ci sono ruoli adatti per ogni tipo di capacità e aspirazione. Se volete far ripartire Itis Linux assieme a noi, scrivetemi un'email a [email protected].

8 comments for "Progetto fermo (per ora)"

  1. (Guest) SysDummy
    Sat 11 Aug, 20:11

    Il problema per me è diverso. Bisogna distinguere. Se una scuola superiore, magari centro AICA per ECDL e CAD...non puoi pensare a Linux. E i sistemi misti hanno dimostrato la loro inefficacia.
    Se invece gli istituti non hanno esigenze proprietarie, i problemi ci sono comunque.
    1. da un punto di vista sistemistico nella configurazione client-server. A meno che non fai come hanno fatto a Bolzano con la Fuss, 2 distro una server, una client, quella client con la possibilità di un join grafico ad un dominio samba/openldap.
    2.da un punto di vista comunicativo. I numerosissimi sw Debian Edu, mancano spesso di documentazione, i docenti quindi non ci smanettano neanche un poco...ma non ti preoccupare, non riguarda linux questo. La stessa fine ha fatto il sw proprietario Smart Notebook per le lavagne interattive, dopo un entusiasmo iniziale, e costi spaventosi, nessuno, nelle scuole lo chiede/usa più.

  2. (Guest) SysDummy
    Sun 12 Aug, 11:00

    Ah dimenticavo. Linux Fuss è stata voluta dalla PA di BZ con Delibera di Giunta che OBBLIGAVA tutti gli istituti scolastici della PA di BZ a passare al nuovo sistema operativo e con una task force di sistemisti che si è occupata della trasmigrazione.
    Una bella differenza...temo...una gran bella differenza...

  3. Sun 12 Aug, 19:52

    Perché non puoi? L'ECDL si fa anche con software libero, è previsto nei regolamenti, e per il CAD be'... finché le scuole, con le loro limitate esigenze, continuano a spingere sul proprietario, rimarranno ancorate a quello. Non dico che con LibreCAD e Blender fai tutto il possibile e immaginabile, ma buone cose si fanno. La scuola che ho fatto io ha ospitato (e da quanto ho capito lo farà stabilmente) il "Rhino Day" solo perché un docente è fanatico di Rhinoceros, gli studenti di meccanica imparano solo quello e le loro menti vengono "inculcate" con conferenze ad hoc che parlano di quanto sia bello il software... non dicono però quanti denari costa all'istituto. ;)
    Sulla gran bella differenza hai perfettamente ragione, hai fatto un bellissimo esempio di cosa intendo io con "azione concreta".

  4. (Guest) SysDummy
    Mon 13 Aug, 12:16

    Mi sono spiegato male. Il "non puoi" sull'ECDL dipende comunque da un fatto di mercato (visibilità rispetto alle certificazioni Open), se fosse per me metterei LiberOffice ovunque. E sul CAD bisogna oggettivamente fare attenzione, non dico che le alternative Open non siano valide...dico che il 99,999..% degli studi professionali usa ambienti Autodesk.
    Hai poi scritto le parole magiche: "un docente è fanatico..". Forse tipo quello che fa Ruffoni nella sua scuola. Ma ecco il problema: quanti sono ? Come lui, quanti perdono del proprio tempo libero per fare così ? Te lo dico io: 3-4% non di più. Poi questo mio punto di vista non vuole smontare quello che ho visto di bello su questo sito e sul tuo lavoro. Che è e resta ammirevole. E personalmente da approfondire.

  5. Mon 20 Aug, 14:01

    "dico che il 99,999..% degli studi professionali usa ambienti Autodesk"
    Può darsi, ma non è un motivo per cui le scuole dovrebbero orientarsi in queste cattive abitudini. Ti posso dire che la grande maggioranza dei ciclisti professionisti fa uso di sostanze dopanti, ma non penso che si vedrà mai un insegnante di educazione fisica che consigli il doping a scuola. ;)

  6. (Guest) SysDummy
    Wed 22 Aug, 18:56

    Non sono daccordo. Il tuo esempio è fuori luogo. L'etica per il fine non può giustificare un mezzo non etico. Buttare fuori un geometra diplomato certificato Blender e fargli presentare un curriculum quando cerca lavoro, non mi sembra etico. Mi dispiace. Se credi nell'etica che sta dietro al tuo lavoro devi trovare altri modi, non puoi sacrificare il curriculum di un ragazzo ed aumentare la già alta probabilità che resti disoccupato per un tuo ideale. Il mondo così com'è può non piacerci, ma non va cambiato sulle spalle degli altri.

  7. (Guest) arkanoid
    Fri 19 Oct, 00:34

    che mi dite dei costi di formazione dei dipendenti pubblici al "software libero" ? oddio sempre meglio che vederli con porcheria piratata, però c'è da considerare tutto.. CIAO!

  8. Tue 1 Jan, 10:58

    SysDummy e arkanoid, mi dispiace che i vostri commenti siano rimasti in moderazione a lungo, ma come scrivevo nel post il progetto è fermo e pare non interessi a nessuno, perciò non controlliamo frequentemente la coda dei commenti, e c'è un livello di spam altissimo per cui abbiamo dovuto mettere la moderazione. Se volete un confronto più intenso su questi temi e vi va, mandatemi pure un'email.

    Comunque SysDummy, mi spieghi che senso ha buttare fuori un geometra "certificato Blender"? Che per caso ci sono medici che sono "certificati influenza aviaria" o tassisti "certificati Mercedes" e se si trovano qualcosa di diverso non sanno lavorare? Dannazione uno deve saper fare il suo lavoro... Credi che io che studio informatica venga fuori "certificato Linux" solo perché uso sempre quello? Assolutamente no. Un computer è un computer, devo saper capire e lavorare anche con Mac e Windows se mi viene chiesto.
    Quindi indipendentemente da cosa usi a scuola tu impari un mestiere, non un prodotto. Non confondiamo le acque...

    arkanoid, ah be' certo c'è quella notevolmente inferiore somma di denaro da spendere. Anzi, il termine corretto è "investire", perché sono soldi spesi che poi ti ritornano di gran lunga nel lungo termine, e se guardi in ottica più ampia anche nel piccolo, perché i soldi pubblici se devono andare in customizzazione, assistenza e formazione vanno a ditte del territorio, non vengono girati in Irlanda per poi finire negli USA (come quelli dati a Microsoft). Tra l'altro come dicevo prima, se il problema è che uno non sa usare un PC, non sa usare neppure Windows.